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Luglio 2018 - Giardini Hanbury indietro

Luglio 2018                                                              Dalle spiaggie di Mentone ai Giardini Hanbury                    


Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso
muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme
delle nuvole.

                                                      (Charles Baudelaire)


Mentone ci accoglie nel tardo pomeriggio, bigio il tempo. Tira anche vento, ma ciò non impedisce i giochi di
una bimba sulla battigia. Animato il passeggio serale, aperti i negozi, ancora il profumo di lavanda in qualche locale caratteristico.
L’indomani partiamo di buon mattino. I voti fatti a Giove Pluvio per guadagnarne eventuale benevolenza non sortiscono efficacia. Una pioggerellina quieta e sottile, fastidiosa nella sua leggerezza, ci accompagna per
buona parte del transito in Liguria.
Ma la bellezza dei giardini non teme la pioggia o le bizze umorali di temporali improvvisi.
Hanbury ci racconta della passione, vera, di sir Thomas Hanbury che, capitalizzato un discreto gruzzolo come esportatore di te in Cina, prese la decisione di stabilirsi in Liguria. Acquistati terreni dai marchesi di Ventimiglia realizzò un giardino splendido con flora davvero particolare.
Correva l’anno 1867: il fratello di sir Thomas Hanbury, Daniel, giunto appositamente per dargli aiuto, coadiuvato da botanici ed esperti giardinieri locali, seppe contribuire alla creazione di quella bellezza ad oggi sotto il nostro sguardo, sul promontorio della Mortola. In costa ligure, pochi chilometri dal confine francese, diciotto ettari di verde, un terreno digradante dalla collina al mare.
Alla morte di sir Thomas Hanbury, nel 1907, il figlio Cecil e la nuora Lady Dorothy lo sostituirono nella cura del giardino che venne abbandonato allo scorrere del tempo dopo la seconda guerra mondiale fino al 1962, anno in cui passò alla cura dell’Istituto internazionale di studi liguri. Quindici anni più tardi venne rilevato dallo Stato: ad oggi cura e manutenzione sono in onere alla Università degli Studi di Genova.
I giardini ospitano migliaia di specie botaniche (nel 1912 ne furono catalogate quasi 6000), di origine prevalentemente tropicale e subtropicale, organizzate a zone per gruppo botanico. Tra le più significative vi sono: le agavi, con 114 specie presenti nel catalogo del 1912, le aloe, le succulente (cactacee e crassulacee), gli eucalipti, le euforbie, le brugmansie, le passiflore, gli agrumi, il frutteto tropicale e subtropicale (banani, avocadi, Dovyalis), le yucca, le cicadi, il ginkgo biloba, rose, peonie e piante aromatiche mediterranee.
L'aspetto paesaggistico si coglie nella irregolarità dei vialetti, in pergolati, rustici, e patii. Splendida la vista sul mare, attraversato il parco anche da un tratto di un’antica strada consolare (Julia Augusta): sul portico d'ingresso un mosaico raffigurante Marco Polo.
Quale miglior simbolo per sancire l’amore del viaggio…dello scoprire…anche della ricerca di sé, perché, come si legge su un poster in bella vista all’interno del giardino ed a parere di Oscar Wilde, il giardino è l’ultimo rifugio della mente complicata!

Rita Farneti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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