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Garden Club

Elisa Guastalla Ricci indietro

                       

Il recente volume “Strada alle Donne” (toponomastica femminile del Comune di RA a cura di Claudia Giuliani, Sandra Dirani e Cristina Fragorzi) nella sezione “Donne di arti e di lettere” presenta l’interessante biografia di Elisa Guastalla Ricci, curata da Claudia Foschini.

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ELISA GUASTALLA RICCI (1858-1945)
di Claudia Foschini

Mia moglie Elisa Guastalla, adorata sempre,…..così fida, buona, costante, deliziosa compagna della mia vita.
Corrado Ricci

Elisa nacque a Mantova il 13 marzo del 1858 da una famiglia israelita benestante. Il padre, Giuliano, era avvocato, la madre, Tarquinia Massarani, proveniva da una famiglia di patrioti: in gioventù era stata amica e confidente del patriota Tito Speri ed era cugina del più noto Tullo Massarani, patriota, uomo politico, senatore e poeta. La famiglia Guastalla, Elisa ancora piccola, si trasferì a Milano dove il padre poté esercitare con successo la professione. La madre di Elisa era morta sei anni prima. Dagli atti di successione di Giuliano Guastalla si evince che, alla morte del padre, Elisa era già sposata con il patriota veneziano Alberto Errera. Con il primo marito, laureato in legge e dedito a studi di economia, statistica e storia politica, Elisa si trasferì a Napoli dove visse fino alla prematura e drammatica morte di lui nel 1894. A Napoli i coniugi Errera, nonostante la malattia di Alberto, vissero una vita culturalmente fervida e il loro salotto era uno dei ritrovi più colti di Napoli. Rimasta vedova Elisa tornò a Milano dove tornò a frequentare le tre sorelle Errera e altri membri della numerosa famiglia del marito a cui fu sempre legata da grande affetto. In quegli anni frequentò la poetessa Ada Negri, che la definì “squisita creatura di luce e di grazia”, la scrittrice Anna Radium Zuccai e la giornalista e scrittrice Margherita Sarfatti. Elisa trascorrerà lunghi periodi con gli Errera del Belgio, andava visitando la sorella Lidia a Livorno, viaggiava fra Venezia, Varese, Firenze e Napoli, visitava gallerie d’arte e era solita andare a concerti. Presumibilmente proprio a Milano e in quegli anni di intensa attività culturale ,Elisa conobbe il ravennate Corrado Ricci, storico dell’arte, allora direttore della Pinacoteca di Brera e destinato ad incarichi ancor più prestigiosi agli Uffizi e alla Direzione generale delle Belle Arti. La decisione del matrimonio fu rapida e, come sappiamo dal Carteggio Ricci conservato alla Biblioteca Classense, colse di sorpresa anche gli amici e i parenti più stretti. Si sposarono nel marzo del 1900. Elisa, grazie alla sua vivissima intelligenza era entrata con facilità nella raffinata cerchia delle amicizie del marito: sappiamo che Santi Muratori, all’epoca direttore della Biblioteca Classense, la definiva “coltissima”, così come Gabriele D’Annunzio la chiamava “buona amica”. Elisa era anche un’ottima organizzatrice, sensibile alle esigenze di chi aveva fatto dello studio un punto centrale della propria vita; costruì intorno a Corrado un mondo comodo, ordinato e gradevole. Elisa non si occupava solo di ricevere gli amici di Corrado mantenendo i numerosi e prestigiosi contatti sociali, ma si occupava della immensa corrispondenza del marito, collaborando con lui per la correzione delle bozze delle sue pubblicazioni. Sua era anche la cura della biblioteca personale del marito; il catalogo degli opuscoli del Fondo Corrado Ricci, conservato in Classense, contiene qualche migliaio di schede compilate e ordinate da Elisa, che fu fra l’altro la principale artefice della consegna della biblioteca e delle carte di Corrado Ricci alla Classense. Il ravennate Luigi Rava, già senatore del Regno e amico di vecchia data, parlando del Ricci alla Direzione generale delle Belle Arti scriveva: ”Egli poté così iniziare la sua nuova luminosa carriera. E intraprese allora quei viaggi artistici per l’Italia, ……, e andò ad ascoltare i reclami, a vedere i bisogni, a sentire voti e lamenti, …. e così salire poi alto nella pubblica stima, e nelle generali simpatie, alle quali la sua gentile compagna, Elisa, dava impulso vigoroso coll’ingegno, col brio, con la colta conversazione e poi con la cara ospitalità domestica”. Elisa stessa fu autrice di raffinate opere sugli antichi ricami e merletti, sull’artigianato italiano e di economia domestica. Amica di Edoardo Scarfoglio e di Matilde Serao collaborò con una serie di articoli sulle manifatture partenopee alla rivista Regina da loro diretta. Firmandosi sia con il suo nome sia con lo pseudonimo di Aracne collaborò alla rivista Emporium e pubblicò con l’Istituto d’arti grafiche di Bergamo diversi preziosi volumi sulla manifattura delle trine in Italia. Collaborò con Aemilia Ars, società bolognese “protettrice di arti e industrie decorativa nella regione emiliana” fondata nel 1898 con la collaborazione dell’architetto Alfonso Rubbiani. Elisa divenne un punto di riferimento imprescindibile per coloro che negli anni seguenti affrontarono lo studio della storia del ricamo. Amelia Rosselli, scrittrice e madre di Nello e Carlo, scriveva nelle sue memorie che grazie alle molte pubblicazioni di Elisa si erano salvati modelli preziosi di trine italiane che sarebbero altrimenti andati perduti. Sue opere principali: Ricami italiani antichi e moderni (1925); Mille santi nell’arte (1931); La casa (1921). La vita di Elisa cambiò profondamente con la morte di Corrado, nel 1934. La prostrazione di Elisa fu grande. Negli anni seguenti la sua massima preoccupazione fu quella di far rimanere vivo il suo ricordo e adempiere alle ultime volontà del marito. Conosciamo le vicende di Elisa, trasferitasi a Torino, attraverso il carteggio di Santi Muratori che era con lei amico sollecito e presente. Dopo la promulgazione delle leggi razziali e il dilagare dell’antisemitismo, Elisa, grazie alla complicità di un medico poté trovare rifugio, assieme alla sorella, nel manicomio privato di Villa Cristina a Torino e sfuggire così alle persecuzioni e alla deportazione. Le sue condizioni di salute andarono peggiorando e la resero invalida. Elisa affrontò la malattia con serena rassegnazione. Non a tutto poté però rassegnarsi. Scriveva all’amica Laura Orvieto: “quello a cui non posso rassegnarmi è di aver visto possibile una persecuzione come la nostra, d’aver visto i miei simili imbestialire”. Ancora in manicomio, morì l’8 settembre 1945 e fu sepolta a Torino. Negli ultimi anni attraverso un paziente lavoro di ricerca si è potuta ricostruire la consistenza della biblioteca personale che Elisa aveva donato alla biblioteca civica di Torino nel 1939.

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Già nel 2008 il Garden Club aveva organizzato una conferenza presso la Casa Matha su questa figura femminile, poco conosciuta nella nostra città, praticamente dimenticata.

 

 

Attraverso la metafora di un giardino distrutto dagli uragani dove sempre possono riapparire “fiori gentili”, abbiamo imparato a conoscere un’ artista, una ravennate di adozione, per il legame che la univa a Corrado Ricci.

“Dov’è stato un giardino
ricompare sempre fra le erbe
qualche fiore gentile quantunque
su di lui sia passato più di un uragano”

Corrado Ricci (Cuore. Nella silloge del 1892. Promessa mortale)

 

 

 

Nel 2008 ricorrevano a Ravenna le celebrazioni di Corrado Ricci. Ciò ha permesso di inserire anche la figura della moglie, una delle più grandi esperte di arti applicate nei primi decenni del novecento.

 

 

Elisa aveva collaborato con Maria Ponti Pasolini a Coccolia nell’istituzione di una scuola di pizzo a tombolo ubicata prima nella villa poi in un locale all’inizio del paese.
(Strada alle Donne inserisce Maria Ponti Pasolini fra le filantrope, pag. 191, biografia Fulvia Missiroli)
Le bambine venivano indirizzate all’arte del ricamo, del merletto, del pizzo e potevano poi inserirsi nelle piccole industrie dell’Aemilia Ars.
La scuola durò molti anni ed ebbe la medaglia d’oro nel 1904 in occasione dell’Esposizione Regionale Romagnola.

Bianca Rosa Bellomo ha studiato a fondo con passione la vita di queste due importanti figure ravennati; l’amore di Corrado per Ravenna traspare anche in alcune sue poesie.

 

 

In un articolo “Un segnalibro per Elisa” (La Piazza, pag.27. Ravenna Festival 2008) Bianca Rosa Bellomo ne ripercorre la storia, riconoscendo alle due associazioni Garden Club ed AMMI un valido contributo per diffondere la conoscenza di Elisa Guastalla Ricci, una figura da non dimenticare.


 


 

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