Visita all impianto idrovoro della Bevanella indietro
VISITA ALL’IDROVORA DELLA BEVANELLA 6 aprile 2017
Testo di CARLA CONTESSI foto di LELIO SUPRANI
In una bellissima giornata di primavera, la Dottoressa LAURA PROMETTI, responsabile della comunicazione
ambiente del Consorzio di Bonifica della Romagna, ci illustra, in maniera molto dettagliata e precisa il lavoro
del Consorzio. Siamo davanti alla struttura finale del sistema idraulico di scolo del VI bacino che comprende i territori
tra il torrente Bevano e il fiume Savio.
L’idrovora è collocata sul Bevano tra l’Ortazzo e l’Ortazzino, ultimo relitto di spiaggia naturale alla foce meandriforme
del Savio, che è la zona a tutela integrale più prestigiosa del Parco del Delta dove nidifica il fratino. Il Consorzio si
occupa di un territorio imbrigliato, ma in continuo movimento. I fiumi nascono in montagna, erodono e portano a valle
i sedimenti. Quando la corrente diminuisce si depositano prima i materiali più pesanti, poi quelli più leggeri: ghiaie,
sabbie e argille. Quando l’uomo primitivo passò, dalla fase nomade di raccoglitore e cacciatore a quella stanziale
di agricoltore, cercò di fermare questo movimento. I più grandi bonificatori furono i Romani: il loro operato è ancora
visibile nella zona pedemontana verso Cesena: la centuriazione ortogonale per distribuire terreno ai veterani;
al di qua c’erano le paludi.
Il territorio è del demanio dello Stato: il consorzio lo gestisce soltanto.
Competenti sono le Regioni che avevano delegato le Province e il Servizio Tecnico di Bacino.
Qui siamo a circa un metro sotto il livello del mare. E’ necessario mantenere il fronte di bonifica: se la falda è a meno
di 80 cm, il terreno non è né arabile, né edificabile.
Dopo i vari metodi utilizzati per asciugare i terreni ( scolo e colmata) alla fine dell’ottocento si comincia a utilizzare la bonifica meccanica (le idrovore) . Questo impianto è del 1935. Il più vecchio è quello del Drittolo. Gli impianti sono tutti lungo la costa. La falda freatica si trova all’interno dei sedimenti porosi, quella artesiana è confinata dalle argille.
I canali non servono soltanto per scolare, ma anche per l’irrigazione.
In questi luoghi una volta c’erano le risaie. In lontananza, verso EST, si vede il profilo verde scuro della pineta che è stata piantata nel 1800 come frangivento. Questa è una zona ricchissima di bio diversità, molto più che in montagna. Sono 300 ettari tra il Savio e il Bevano. Oggi, sta creando dei problemi l’eccessiva cementificazione (riminizzazione) che impedisce alle acque piovane di penetrare nel terreno. Savignano, ultimamente, ha avuto uno sviluppo dell’ottocento per cento.
Le tasse che gli utenti pagano (calcolate sulla base del beneficio ricevuto) servono per la manutenzione ordinaria (sfalciatura, espurghi ecc.). Una volta, il Consorzio forniva acqua solo per irrigazione, ora anche per uso civile e industriale (Orogel, Amadori…..). Il nostro acquedotto è alimentato dal Po: a Bondeno l’acqua viene fito-purificata, poi immessa nel canale Emiliano Romagnolo.
Dopo questa interessantissima “lezione teorica”, andiamo a vedere un filtro che raccoglie la sporcizia che arriva, poi l’interno dell’idrovora dove tre grosse pompe aspirano l’acqua che, attraverso quattro enormi tubi viene immessa nel Savio che la porterà al mare. L’addetto all’impianto ha messo in moto le pompe per farci vedere il loro funzionamento. Nei canali si vedono uccelli acquatici: gallinelle, germani, a volte anche cigni che però oggi non ci sono.
In questo ambiente tranquillo, apparentemente abitato solo da animali selvatici, è invece preziosa e costante l’opera dell’uomo che fa in modo che la città e la campagna non si allaghino ogni volta che piove. Grazie, Consorzio di Bonifica, che lavori per noi notte e giorno senza mai stancarti !!!!!
|
||||||||||||||||||||
Gruppo Garden in visita all'iimpianto idrovoro |
|
|
... le pompe aspiranti |
|
I quattro tubi per immettere l'acqua nel Savio |
|
messa in moto di una pompa |
La Dott.ssa Laura Prometti del CBR ci ha fornito il seguente materiale: