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Vicenza e Mostra di Van Gogh indietro


GITA A VICENZA-VISITA ALLA MOSTRA “VAN GOGH - TRA IL GRANO E IL CIELO” 

Testo di  CARLA CONTESSI                                                                                       26 ottobre 2017

In una (come sempre) bella giornata di fine ottobre, ci siamo recati a Vicenza. All’arrivo, la guida ci propone un cambiamento di programma. Poiché il giovedì, a Vicenza, è giornata di mercato e la città è letteralmente invasa da bancarelle che creano ressa e impediscono una buona visione dei monumenti, saliamo al Santuario di Monte Berico.
In una bella zona residenziale, un lungo portico pedonale arriva fino al Santuario che presenta una facciata barocca in pietra bianca e ingloba una piccola chiesa gotica preesistente.

 

 

 

 

 

 


Una rapida occhiata all’interno (è in corso la celebrazione Eucaristica) ci permette di vedere la Madonna con la corona e il pettorale d’oro che sta sull’ altare.
La Madonna (patrona della città) apparve ad una donna del luogo e le chiese che le fosse dedicata una chiesa. Venne riconosciuta la veridicità dell’apparizione, perché si verificarono alcuni eventi miracolosi: sgorgò una sorgente, la città fu risparmiata dalla peste, ecc.
Nel chiostro adiacente al santuario sono appesi molti ex voto e due bellissime meridiane, una delle quali mostra l’ora nelle varie città più importanti del mondo allora conosciuto.

 

 

 


Nel Santuario era visibile un’enorme pala d’altare ( 8x4) di Paolo Veronese rappresentante l’ultima cena con raffigurati i commensali, fra cui papa Gregorio Magno, in abiti rinascimentali, che fu gravemente danneggiata dai soldati austriaci nel 1848 durante la prima guerra d’Indipendenza. Ora, restaurata, è conservata in altro luogo.
Dal piazzale della Vittoria, di fianco al santuario, si ha una visione dall’alto di tutta la città. Sulla balaustra sono incisi i nomi dei paesi e dei colli che attorniano Vicenza (Asolo, Montello, ecc); vediamo la Basilica Palladiana, la torre civica e il centro storico che è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Intorno alla città si vedono le montagne: l’altipiano di Asiago (1000 m), il monte Grappa, collegato a Bassano dal Brenta e le Piccole Dolomiti.

 

 


Ci lasciamo alle spalle l’Arco della Scaletta e torniamo giù verso Vicenza passando davanti allo stadio dove vide tempi migliori il Lanerossi Vicenza. Costeggiamo il Bacchiglione, il fiume che attraversa la città e il pullman ci lascia in piazza Matteotti da dove proseguiamo a piedi. Molti dei monumenti che vediamo furono progettati da Palladio, nato a Padova, ma che lavorò molto a Vicenza. La guida ci illustra Palazzo Chiericati (ora del comune, ospita un museo). Fu commissionato al Palladio nel 1550 e si trovava su un’isola, perché era circondato dal Bacchiglione e dal Petrone, fiumi navigabili, che collegavano Vicenza a Venezia. Per metterla in sicurezza dalle alluvioni, la costruzione fu sopraelevata rispetto al terreno. È un prospetto aperto: con grandi porticati sotto e sopra (modello di villa marittima). Passiamo davanti a una fortificazione di epoca medievale con torre, che ospita all’interno il Teatro Olimpico progettato da Palladio per l’Accademia degli Olimpici, che si dilettava di rappresentare opere classiche. All’inaugurazione nel 1585 fu rappresentato l’Edipo re. Le scene progettate da Scamozzi, presentano una prospettiva incredibile, che dà un senso di profondità che in realtà non esiste.
Proseguendo nella passeggiata, ci soffermiamo davanti alla ”Casa del Palladio” (che in realtà non vi abitò mai) costruito in pietra tenera gialla dove, sull’imponente arco d’ingresso, c’è un mascherone e di fianco due piccole porte (architettura tipica del Palladio).
In una strada laterale (l’antico decumano: nel 49 a.c. Vicenza divenne municipio romano) vediamo dall’esterno il tempio di Santa Corona, una chiesa (ora rimaneggiata) che fu eretta nel 1200 dai domenicani. All’epoca, dopo la cacciata di Ezelino III (accusato di eresia), il papa Bonifacio VIII favorì questo presidio dei domenicani e un altro dei francescani per combattere l’usura.
Ci soffermiamo davanti alla Ca’ d’oro (rinascimentale, di evidente ispirazione veneziana cosiddetta perché aveva riflessi d’oro sui capitelli). Al primo piano c’erano le botteghe e i magazzini, sopra, al piano nobile, sale per abitazione.
Entriamo nella corte di Palazzo Thiene (un progetto giovanile di Palladio e Giulio Romano). Doveva essere più grande, ma occupa solo due lati della corte, con sotto, grandi pilastri a bugnato con la tipica chiave di volta del Romano e, sopra, eleganti lesene.
Nel 1404 Vicenza, dopo alterne vicende politiche, che videro il succedersi degli Ezzelino, dei Padovani e dei Veronesi, si pose sotto la protezione di Venezia, e quindi, ebbe un podestà e un capitano. Sulla Piazza dei Signori affaccia la Basilica con logge di pietra bianca che rivestono la precedente costruzione in laterizio. Era il Palazzo della Ragione (il tribunale). Palladio ebbe molta fortuna, perché ebbe come protettore Trissino, appassionato di classicità, che gli diede anche il nome di Palladio in onore della dea Pallade.
Infine vediamo dall’esterno la Cattedrale: Santa Maria Annunciata, col suo campanile che poggia su una fortificazione e la facciata in marmo bianco e rosa, con grandi archi gotici.
Dopo una breve pausa pranzo, visitiamo la mostra di Van Gogh, ospitata negli ampi spazi della Basilica. Una guida molto brava ci illustra tante delle 120 opere esposte (disegni e dipinti) ripercorrendo l’intera vita dell’artista. Alla fine, un bel filmato mostra con immagini attuali i luoghi dove Van Gogh visse e dipinse i suoi capolavori, che abbiamo avuto la fortuna di vedere.

Pini al tramonto - Van Gogh

 

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